COMUNISMO E NAZIFASCISMO SONO LA STESSA COSA?
di Raimondo Farese
Chiariamo una cosa: sostenere che Comunismo e Nazifascismo
siano stati “la stessa cosa”, azzardando
una triste e patetica contabilità della morte, non è solo antistorico, ma segno
evidente di una disonestà intellettuale palese.
Sarebbe la stessa cosa sostenere che un carro armato ed una
macchina solo la medesima cosa in quanto con entrambe si possono uccidere delle
persone.
Con il termine “Comunismo” si intende quella galassia di
ideologie a sfondo sociale, economico e filosofico che ha tra i suoi concetti
portanti l’uguaglianza tra le persone,
la comunanza dei mezzi di produzione e l’internazionalismo. Alla base del pensiero comunista, quindi, vi
sono concetti (e loro conseguenze) che risultano
estremamente in antitesi con concetti e conseguenze tipiche delle ideologie
naziste e fasciste.
Innanzitutto il concetto della trasversalità dell’ ideale comunista (internazionalismo) è
chiaramente in netta opposizione con i rigidi connotati nazionalisti dei
regimi fascista e nazionalsocialista. In questi ultime due ideologie è la stessa
appartenenza ad un “circolo magico”, delimitato sia da perimetri geografici (patria)
sia da perimetri etinico-sociali (razza),
che le rende esclusive e non inclusive.
Nell’internazionalismo comunista
(ma anche socialista ed anarchico), invece, è la condivisione dell’idea
e delle aspettative (uguaglianza sociale, giustizia sociale, libertà
individuale) ad essere qualificante, indifferentemente dalla nazionalità, dall’appartenenza
etnica o dall’orientamento religioso. Già
da questa premessa si comprende il diverso orientamento, nei confronti della
geopolitica che queste differenti ideologie sviluppano. In un contesto neutro (quindi senza
Mussolini, Stalin, Hitler, Pol-pot, Franco, ecc. ecc) la natura del pensiero
Nazifascista è una natura di aggressione e conflitto interstatuale, a
differenza del pensiero Comunista che in
alcune sue declinazioni (Anarchismo) postulava addirittura la negazione dello Stato
sia come struttura che come concetto.
Un altro elemento di differenziazione parte proprio dalla diversa
concezione dello Stato tra le due galassie ideologiche: quella “Comunista” lo
riteneva o un elemento di oppressione (anarchismo), o una sovrastruttura che
poi sarebbe sparita dopo che il proletariato avesse raggiunto i suoi obiettivi
di “dittatura del proletariato”. Quella Nazifascista, invece, poneva lo Stato
al di sopra di ogni individualità ritenendolo come fine ultimo a cui dovevano
tendere le azioni dei singoli. Si può
essere d’accordo o meno con entrambe le concezioni, però appare chiaro che non
sono proprio la stessa cosa.
Da ciò si desume che mentre l’idea di fondo Comunista era
basata su concetti che avevano il solo obiettivo dell’emancipazione delle
classi più povere e avevano la conseguenza di creare consapevolezza, spirito
critico, conoscenza e aspirazione alla pace internazionale, l’idea Nazifascista
era basata sul totale e acritico asservimento all’idea di Stato (chiaramente
sincretizzato con l’ideologia e con i suoi creatori) con il fine di essere
parte di uno strumento di asservimento, violenza e sopraffazione di altri popoli e di garantire la
sopravvivenza parassitaria ad una ridotta classe dirigente.
Ma come si è passati da un idea condivisibile o meno, ma latrice di contenuti
positivi (uguaglianza tra classi, difesa dei deboli, pace internazionale) ad
una sua applicazione in senso completamente opposto nel corso del ‘900? Per
riprendere la metafora delle prime righe, la differenza l’ha fatta il
guidatore. Come un assassino è in grado
di trasformare una semplice automobile in uno strumento di morte, così un
personaggio egotico, dispotico e di dubbia sanità mentale (Stalin) è riuscito
ad utilizzare uno strumento di aggregazione ed inclusione (Comunismo) come il
miglior veicolo possibile per la creazione di un regime totalitario (attenzione,
non autoritario. C’e’ una bella differenza!) , ribaltando così le
caratteristiche di fondo dell’ideologia Comunista e risultando (apparentemente)
come la faccia opposta di una stessa medaglia.
I crimini riconosciuti di Stalin ( e di tutti coloro che
hanno seguito la matrice da lui creata e da lui esportata) non devono però portare
a confondere ciò che è stato con ciò che sarebbe potuto essere; a differenza
del Nazifascismo che non poteva essere slegato da Hitler e da Mussolini (nato
con loro e morto con loro e solo a loro riconducibile) e che non avrebbe potuto
svilupparsi in modo diverso.