lunedì 18 novembre 2019

PERCHÉ LA CITTÀ PUNITA

PERCHÉ LA CITTÀ PUNITA

Parte I



Quando, nel 1527, l’esercito dell’imperatore Carlo V d’Asburgo dilagò per le strade e i vicoli di Roma, in molti pensarono ad una punizione divina. Il motivo era dato dalla consapevolezza che i comportamenti dei vari pontefici fossero spesso improntati alla dissolutezza, al nepotismo e al perseguire interessi meramente personali.  Erano passati appena 10 anni dall’inizio della protesta di Lutero, ma evidentemente, la sensazione che quel Monaco tedesco non avesse poi tutti i torti era più radicata di quanto si volesse, o potesse, ammettere.

Ma come si era arrivati a quel punto?  Perché un esercito composto, si da soldati luterani (reclutati nelle valli altoatesine), ma anche da cattolicissimi spagnoli era arrivato fin dentro le mura della città eterna, con il proposito di catturare il Papa ed impiccarlo? Ed inoltre perché nessuno tra gli alleati del Papa mosse un dito per difenderlo? Se non uno sparuto gruppo di cavalleggeri guidati da Giovanni delle Bande Nere?

Per raccontare e comprendere meglio il tutto, occorre fare un passo indietro alla fine del Secolo XV?

Siete pronti?


Le guerre d’Italia


Il 1492 è una data ormai notissima: Cristoforo Colombo scoprì le Americhe, dando inizio così ad un periodo di grandi novità che promossero quell’anno a “cesura periodizzante”: gli storici di epoca successiva lo identificarono come anno di fine del Medioevo ed inizio di quella che sarà chiamata età moderna.  
In realtà in quello stesso anno si verificarono altri due eventi di notevole portata: a gennaio, in Spagna, si completò la “Reconquista” dai Mori (musulmani), mentre pochi mesi dopo scomparve Lorenzo de’Medici, Signore di Firenze e punto di equilibrio della complessa trama di relazioni politiche tra gli stati dell’Italia del XV secolo.
Tempo un paio di anni e la situazione deflagrò. Semplificando molto gli eventi (che furono in realtà piuttosto articolati e complessi), si può affermare che due potenze straniere ( Francia e Spagna) iniziarono a confrontarsi sul territorio italiano per ottenere la supremazia sui vari stati, o quantomeno su quelli più importanti ( Regno di Napoli, Ducato di Milano, Firenze).  
Il risultato di tale deflagrazione si palesò nelle cosiddette “Guerre d’Italia” che videro contrapporsi le dinastie dei Valois e degli Asburgo fino alla pace di Chateau Cambresis del 1559.

Nel corso di questo lungo conflitto un’ulteriore elemento di complessità si presentò nel momento in cui Carlo V, riuscì a divenire sovrano di un territorio immenso, solamente grazie all’accorta politica matrimoniale del nonno Massimiliano I d’Asburgo.  In un sol colpo Carlo divenne: Sovrano di Spagna (con il nome di Carlos I) grazie all’eredità materna di Giovanna “la pazza”; Duca dei Paesi Bassi e Principe di Borgogna, grazie al padre Filippo “Il Bello”, e dal 1519 Imperatore del Sacro Impero Germanico grazie ai fiorini dei banchieri Fugger.  In pratica una tenaglia stretta attorno alla Francia della dinastia  Valois.

Nel 1526 la situazione politica è la seguente: Il meridione d’Italia è saldamente in mano spagnola. Il ducato di Milano, temporaneamente conquistato dai francesi, tornava in mani spagnole grazie alla sconfitta inflitta al Re Francesco I a Pavia e dove lo stesso sovrano francese viene catturato e rilasciato solo dopo l’accettazione di pesanti condizioni ( oltre alla restituzione di Milano, Francesco dichiarava di cessare le proprie rivendicazioni su tutti i territori contesi in Italia ed in Europa).
Più della sconfitta, a Francesco I, bruciò il modo con cui tali condizioni erano state estorte. Non passò molto tempo che, una volta tornato “in sella” riuscì a coagulare consensi per formare una lega anti-imperiale  che comprendeva Venezia, Firenze, il figlio di Ludovico il Moro ( Francesco II Sforza) e il papato. 

Carlo V non risultò particolarmente impressionato e tentò subito un operazione che al tempo era piuttosto frequente: dividere i propri nemici.  Il candidato ideale sembrava essere proprio il Papa. Grazie al supporto della famiglia Colonna, l’Imperatore, riuscì ad esercitare le dovute pressioni e dopo il saccheggio dei palazzi vaticani ( con il Papa chiuso in Castel S.Angelo) da parte della potente famiglia romana, Il pontefice Clemente VII si dichiarò favorevole ad una tregua lasciando intendere che non avrebbe dato seguito alla Lega di Cognac.  Chiaramente non fu così, ma lo scopriremo prossimamente......(Continua)

ROMA, REPUBBLICA:VENITE! (I parte)

Queste le tre parole vergate da Goffredo Mameli (avete presente l’inno “Fratelli d’Italia?) in un telegramma inviato all’indirizzo “Felice C...