mercoledì 6 dicembre 2017

COMUNISMO E NAZIFASCISMO SONO LA STESSA COSA?



COMUNISMO E NAZIFASCISMO SONO LA STESSA COSA?

di Raimondo Farese
Chiariamo una cosa: sostenere che Comunismo e Nazifascismo siano stati  “la stessa cosa”, azzardando una triste e patetica contabilità della morte, non è solo antistorico, ma segno evidente di una disonestà intellettuale palese.
Sarebbe la stessa cosa sostenere che un carro armato ed una macchina solo la medesima cosa in quanto con entrambe si possono uccidere delle persone. 
Con il termine “Comunismo” si intende quella galassia di ideologie a sfondo sociale, economico e filosofico che ha tra i suoi concetti portanti  l’uguaglianza tra le persone, la comunanza dei mezzi di produzione e l’internazionalismo.   Alla base del pensiero comunista, quindi, vi sono concetti (e loro  conseguenze) che risultano estremamente in antitesi con concetti e conseguenze tipiche delle ideologie naziste e fasciste.
Innanzitutto il concetto della trasversalità  dell’ ideale comunista (internazionalismo) è chiaramente in netta opposizione con i rigidi connotati nazionalisti dei regimi  fascista e nazionalsocialista.  In questi ultime due ideologie è la stessa appartenenza ad un “circolo magico”, delimitato sia da perimetri geografici (patria) sia da perimetri  etinico-sociali (razza), che le rende esclusive e non inclusive.  Nell’internazionalismo comunista  (ma anche socialista ed anarchico), invece, è la condivisione dell’idea e delle aspettative (uguaglianza sociale, giustizia sociale, libertà individuale) ad essere qualificante, indifferentemente dalla nazionalità, dall’appartenenza etnica o dall’orientamento religioso.  Già da questa premessa si comprende il diverso orientamento, nei confronti della geopolitica che queste differenti ideologie sviluppano.  In un contesto neutro (quindi senza Mussolini, Stalin, Hitler, Pol-pot, Franco, ecc. ecc) la natura del pensiero Nazifascista è una natura di aggressione e conflitto interstatuale, a differenza del pensiero Comunista  che in alcune sue declinazioni (Anarchismo)  postulava addirittura la negazione dello Stato sia come struttura che come concetto.
Un altro elemento di differenziazione parte proprio dalla diversa concezione dello Stato tra le due galassie ideologiche: quella “Comunista” lo riteneva o un elemento di oppressione (anarchismo), o una sovrastruttura che poi sarebbe sparita dopo che il proletariato avesse raggiunto i suoi obiettivi di “dittatura del proletariato”. Quella Nazifascista, invece, poneva lo Stato al di sopra di ogni individualità ritenendolo come fine ultimo a cui dovevano tendere le azioni dei singoli.  Si può essere d’accordo o meno con entrambe le concezioni, però appare chiaro che non sono proprio la stessa cosa.
Da ciò si desume che mentre l’idea di fondo Comunista era basata su concetti che avevano il solo obiettivo dell’emancipazione delle classi più povere e avevano la conseguenza di creare consapevolezza, spirito critico, conoscenza e aspirazione alla pace internazionale, l’idea Nazifascista era basata sul totale e acritico asservimento all’idea di Stato (chiaramente sincretizzato con l’ideologia e con i suoi creatori) con il fine di essere parte di uno strumento di asservimento, violenza e sopraffazione  di altri popoli e di garantire la sopravvivenza parassitaria ad una ridotta classe dirigente.
Ma come si è passati da un idea  condivisibile o meno, ma latrice di contenuti positivi (uguaglianza tra classi, difesa dei deboli, pace internazionale) ad una sua applicazione in senso completamente opposto nel corso del ‘900?   Per riprendere la metafora delle prime righe, la differenza l’ha fatta il guidatore.  Come un assassino è in grado di trasformare una semplice automobile in uno strumento di morte, così un personaggio egotico, dispotico e di dubbia sanità mentale (Stalin) è riuscito ad utilizzare uno strumento di aggregazione ed inclusione (Comunismo) come il miglior veicolo possibile per la creazione di un regime totalitario (attenzione, non autoritario. C’e’ una bella differenza!) , ribaltando così le caratteristiche di fondo dell’ideologia Comunista e risultando (apparentemente) come la faccia opposta di una stessa medaglia.
I crimini riconosciuti di Stalin ( e di tutti coloro che hanno seguito la matrice da lui creata e da lui esportata) non devono però portare a  confondere ciò che è stato con  ciò che sarebbe potuto essere; a differenza del Nazifascismo che non poteva essere slegato da Hitler e da Mussolini (nato con loro e morto con loro e solo a loro riconducibile) e che non avrebbe potuto svilupparsi in modo diverso.

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